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Salute e Benessere
Cistite: rimedi contro l’infiammazione delle vie urinarie
 Prima o poi moltissime donne devono farci i conti: è la cistite, una fastidiosa infiammazione delle vie urinarie causata da infezioni batteriche. I sintomi più comuni vanno dal bisogno continuo di urinare accompagnato alla sensazione di non riuscire mai a svuotare completamente la vescica, fino al dolore durante la minzione, sangue nelle urine e, in casi estremi, febbre e crampi. Insomma, con la cistite è meglio non avere mai a che fare!   Cosa fare in caso di cistite Alle prime avvisaglie di cistite la cosa migliore da fare è recarsi dal proprio medico curante: solo lui, infatti, è in grado di prescrivere i rimedi migliori per affrontare l’infiammazione, prescrivendo se è il caso anche i farmaci più corretti o l’antibiotico. Questo perché non esiste un solo tipo di cistite, quindi occorre prima capire quali sono i fattori che l’hanno scatenata in modo da agire per il meglio: la causa può essere un’infezione batterica, infiammatoria oppure post coitale. Quando la cistite si manifesta più di una volta l’anno si parla di cistite ricorrente.   Cistite e rimedi naturali Una volta appurato di avere la cistite, quali sono i rimedi che possiamo mettere in pratica? Oltre a chiamare il medico, il primo consiglio è quello di bere molti liquidi, soprattutto acqua, in modo da diluire la carica batterica. Limitiamoci a tisane leggere, a base possibilmente di erbe dalle proprietà diuretiche e antinfiammatorie come uva ursina, mirtillo rosso americano, equiseto, bardana, echinacea, ortica, finocchio: vanno bene anche succhi di frutta senza zuccheri aggiunti, in particolare quelli ai mirtilli e ai frutti rossi. Meglio evitare invece bevande che potrebbero avere un effetto irritante, come il caffè, gli energy drink, gli alcolici e in generale i cibi piccanti. Utile anche il ricorso al D-Mannosio, uno zucchero estratto dai legni di larice e betulla che ha la capacità di arrivare nella vescica senza essere prima assorbito dall’intestino, legare a sé i batteri ed espellerli attraverso la minzione.  
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Menopausa precoce: come riconoscerla e trattarla
La menopausa è una fase della vita della donna che coincide con il termine dell’età fertile, cioè la capacità delle ovaie di produrre e rilasciare ovuli. Solitamente la scomparsa permanente del ciclo mestruale avviene generalmente tra i 45 e 55 anni di età ma ci sono alcuni casi in cui si verifica entro i 40 anni: si tratta solo dell’1% delle donne, le quali entrano in menopausa precoce. Le cause possono essere diverse: anomalie genetiche, malattie autoimmuni come la tiroidite o la vitiligine, disturbi metabolici, per esempio il diabete, infezioni virali o endocrinologiche. L’assenza di ciclo mestruale può essere indotta anche da interventi chirurgici che implicano l’asportazione di utero e ovaie, oppure come conseguenza di chemio e radioterapia. I sintomi della menopausa precoce Quando si entra in menopausa può capitare che il ciclo mestruale per un certo periodo di tempo sia “ballerino”: come capire allora se si è davvero entrati in menopausa precoce? L’assenza di sanguinamento per almeno 12 mesi consecutivi è di per sé un segnale importantissimo, che dovrebbe per lo meno spingere ad approfondire il motivo per cui il ciclo non arriva più. Poi ci sono i segnali “classici” della menopausa: le vampate di calore, sudorazione intensa, umore variabile, insonnia, irritabilità. Nel caso si sospetti di essere entrate in menopausa precoce, il consiglio migliore è parlarne con il proprio ginecologo e valutare insieme a lui se è il caso di indagare più a fondo. Ci sono infatti anche alcuni esami che possono attestare la menopausa precoce e valutare il dosaggio degli ormoni prodotti dall’ovaio: in alcuni casi, il medico potrebbe anche consigliare una biopsia del tessuto ovarico per effettuare valutazioni più approfondite. Una volta assodato di essere in menopausa precoce, è importante seguire una corretta alimentazione: spesso, infatti, molte donne registrano un aumento del peso corporeo dovuta al calo degli estrogeni, che da un lato riduce la densità ossea aumentando l’osteoporosi e dall’altro può aumentare i rischi cardiovascolari. Come trattare la menopausa precoce La menopausa precoce solitamente viene trattata con la terapia ormonale sostitutiva: si assumono farmaci a base di ormoni estro-progestinici, cioè quelli che le ovaie non producono più. In questo modo viene ristabilito una sorta di equilibrio ormonale, che dovrebbe smorzare i sintomi della menopausa. In alterativa, su valutazione del medico insieme alla paziente, si può optare per l’assunzione di contraccettivi orali, come la pillola anticoncezionale che contiene estrogeni e un progestinico. In entrambi i casi, quindi con la terapia ormonale sostitutiva oppure con i contraccettivi orali, si prosegue generalmente fino ai 51 anni di età, ovvero l’età media della menopausa: si deciderà poi se proseguire o meno in base ai sintomi. 
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